venerdì 6 maggio 2016

TESI DI DAIANA DI BELLO SULL'IMPORTANZA DEL PESO NELLA BOXE

Daiana Di Bello, giovane laureata in Scienze Motorie, ha scritto una tesi basata sulla sua passione per la Boxe. Un tema sentito da Daiana, pugile amatore che ha mosso i primi passi con l'Asd Boxe Potenza ed ha trattato da vicino il tema del peso nella nobile arte. In tanti, campioni e non, hanno dovuto fare i conti con la bilancia. Scendere o salire di categoria per affrontare avversari che come loro hanno deciso di sacrificarsi per combattere ad un peso specifico. Sacrifici dettati dalla speranza di riuscire a vincere, dalla gioia che solo questo sport sa regalare. Le stesse qualità che Daiana ha profuso nel suo elaborato, fatto di sudore, cuore e voglia di combattere per raggiungere un obiettivo.
Riportiamo l'introduzione e la Conclusione della sua tesi.
A Daiana i nostri migliori Auguri per la sua Laurea.
Buona lettura a tutti!

INTRODUZIONE

Diretto, gancio, diretto, montante, guardia, copriti, devi perdere 1,5 kg, in unica

parola pugilato, un mix di passione e impegno, che nasce nell’antichità ma solo nel

tardo ottocento divenne moderno con l’introduzione di un regolamento che definiva il

pugilato uno sport a categoria di peso.

Tratteremo il problema del calo peso in questo sport così amato ma tanto contestato

perché definito uno sport violento. Tanti sono i ricercatori che hanno affrontato

questa tematica nei diversi sport a categoria di peso, come ad esempio la lotta,

giungendo alla conclusione che le modalità rapide come la disidratazione volontaria,

l’uso di lassativi provocano danni all’organismo e influenzano negativamente la

performance. Le ricerche in quest’ambito sono state condotte soprattutto dopo il

1976, quando l’American Collage of Sport Medicine (ACSM) pubblica la sua

posizione nei confronti della perdita di peso secondo la modalità rapida con

l’obiettivo di migliorare il problema stabilendo delle raccomandazioni atte ad educare

allenatori ed atleti ad una nutrizione sana e a un comportamento corretto nei confronti

del peso. Anche la National Federation of State Heigh School Associations sostiene

che ogni stato debba applicare regole che prevedano un effettivo controllo della

Il mio lavoro di ricerca ha come obiettivo quello di promuovere una tecnica di calo

peso che minimizza gli effetti negativi sull’organismo individuando le diverse

procedure per un raggiungimento ottimale del goal weght. Nel primo capitolo

descrivo le valutazioni preliminari da eseguire per raccogliere dati riguardanti gli

atleti, in modo da quantificare correttamente la riduzione del peso corporeo. Quindi i

dati raccolti servono per capire come gestire e monitorare il peso analizzando diversi

parametri quali la composizione corporea (1.2.1) il bilancio idrico (1.2.2) spiegando

la strumentazione e le modalità di monitoraggio (1.3\1.3.1). Di seguito nel secondo

capitolo spiego la tecnica da utilizzare per attuare un programma di calo peso efficace

e graduale pianificando una dieta standard (2.1) e un allenamento per resistenze e

contro resistenza creando il bilancio energetico negativo (BEN), tecnica efficace per

la modalità graduale di solito applicata prima della stagione, in particolare durante la

fase preparatoria alla competizione (2.2.1), in quanto non sempre viene raggiunto il

peso desiderabile prima del controllo del peso ufficiale (2.2.2) e di conseguenza si

applica un’altra modalità che richiede sacrifici da parte del pugile. In questo capitolo

ho voluto soffermarmi in modo particolare su un aspetto molto importante per il

pugile e per gli operatori sportivi: il pasto pre-gara (2.2.3) in quanto può

compromettere l’esito dell’incontro.

Il pugilato non è uno sport solo maschile, sono tante le donne che lo praticano,

dimostrando negli anni al mondo sportivo competenza ed impegno nonostante le

differenze fisiche e biologiche esistenti tra uomo e donne. Riuscendo a guadagnarsi

una posizione di rilievo e superando stereotipi tipici di una sfera sportiva prettamente

Infine con l’ultimo capitolo ho rielaborato e sintetizzato le procedure riguardanti il

calo peso, con l’obiettivo di fornire delle linee guida utili a chi pratica o a chi voglia

intraprendere questo sport in modo da programmare una perdita di peso consapevole

CONCLUSIONI

La mia passione per il pugilato mi ha portato ad intraprendere questo tipo di

ricerca decidendo di affrontare un problema: il calo peso che per anni e tuttora

è sottovalutato da pugili ed operatori sportivi in quanto l’inconsapevolezza, la

confusione, la mancanza di conoscenze in merito da parte di allenatori e

tecnici sportivi ha causato spesso gravi squilibri fisiologici e l’insorgenza di

patologie come ad esempio l’anoressia atletica. Infatti pianificare una perdita di peso

adeguata significa tutelare la salute dell’atleta. Bisogna fornire informazione sugli

effetti negativi delle modalità rapide che prevedono l’uso di diuretici, disidratazione

volontaria, lassativi ed enfatizzare la tecnica BEN attuando una dieta sana ed

equilibrata e un allenamento intenso senza condurre l’atleta in uno stato di

A mio avviso è importante adottare nuove regole che prevedano maggiori controlli

riguardanti lo stato di idratazione ed alimentare, standardizzare le procedure e fornire

un manuale pratico ed efficiente agli allenatori in modo da consultare

periodicamente. Quindi allenatori, pugili, medici dello sport e dietologi devono

collaborare per raccogliere costantemente dati sulla composizione corporea, sullo

stato di idratazione, sulla necessità calorica, sulla crescita e maturazione del pugile in

modo da intervenire adeguatamente e costantemente prevenendo qualsiasi squilibrio.

La celebre frase del filosofo tedesco Feuerbarch “l’uomo è ciò che mangia” non è del

tutto vera in ambito sportivo, in quanto sono tanti i fattori che incidono sulla

composizione corporea di un atleta però è anche vero che gli alimenti incidono tanto

sulle funzioni fisiologiche e in misura più o meno elevata sulla percentuale di massa

grassa e massa magra dell’atleta.

Il problema del calo peso non è un problema solo per il pugile ma anche per le

donne pugili in quanto tirare di boxe non è solo un’attività maschile. Infatti fin dal

1700 le donne del ring hanno dimostrato con impegno, determinazione e costanza di

essere dei pugili, regalando grandi spettacoli, sfidando anche le leggi della natura,

infatti nonostante differenze biologiche tra uomo e donna, alcune di esse riescono ad

ottenere un margine di miglioramento superiore all’uomo.

La perdita di peso soprattutto nelle donne può causare gravi patologie, quali

l’anoressia, l’amenorrea e l’osteoporosi, ovvero la cosiddetta triade dell’atleta. Di

conseguenza solo il continuo monitoraggio può aiutare a riconoscere i sintomi

premonitori e la gravità del disturbo alimentare pertanto al primo sospetto la famiglia,

gli allenatori e i medici sportivi devono collaborare ed intraprendere una linea

comune e più responsabile affidando l’atleta ad un esperto che abbia una

preparazione specifica per affrontare i disordini alimentari.

Concludo dicendo che attività preventive come ad esempio la distribuzione di

materiale nelle palestre, riguardanti le patologie alimentari possono aiutare a ridurre il

numero di donne affette da anoressia e bulimia. Inoltre deve essere introdotta nello

staff sportivo la figura del medico specializzato in disordini alimentare per

salvaguardare con più prudenza l’integrità fisica e psichica dell’atleta in generale.

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