Riportiamo l'introduzione e la Conclusione della sua tesi.
A Daiana i nostri migliori Auguri per la sua Laurea.
Buona lettura a tutti!
INTRODUZIONE
Diretto, gancio, diretto, montante, guardia, copriti, devi perdere 1,5 kg, in unica
parola pugilato, un mix di passione e impegno, che nasce nell’antichità ma solo nel
tardo ottocento divenne moderno con l’introduzione di un regolamento che definiva il
pugilato uno sport a categoria di peso.
Tratteremo il problema del calo peso in questo sport così amato ma tanto contestato
perché definito uno sport violento. Tanti sono i ricercatori che hanno affrontato
questa tematica nei diversi sport a categoria di peso, come ad esempio la lotta,
giungendo alla conclusione che le modalità rapide come la disidratazione volontaria,
l’uso di lassativi provocano danni all’organismo e influenzano negativamente la
performance. Le ricerche in quest’ambito sono state condotte soprattutto dopo il
1976, quando l’American Collage of Sport Medicine (ACSM) pubblica la sua
posizione nei confronti della perdita di peso secondo la modalità rapida con
l’obiettivo di migliorare il problema stabilendo delle raccomandazioni atte ad educare
allenatori ed atleti ad una nutrizione sana e a un comportamento corretto nei confronti
del peso. Anche la National Federation of State Heigh School Associations sostiene
che ogni stato debba applicare regole che prevedano un effettivo controllo della
Il mio lavoro di ricerca ha come obiettivo quello di promuovere una tecnica di calo
peso che minimizza gli effetti negativi sull’organismo individuando le diverse
procedure per un raggiungimento ottimale del goal weght. Nel primo capitolo
descrivo le valutazioni preliminari da eseguire per raccogliere dati riguardanti gli
atleti, in modo da quantificare correttamente la riduzione del peso corporeo. Quindi i
dati raccolti servono per capire come gestire e monitorare il peso analizzando diversi
parametri quali la composizione corporea (1.2.1) il bilancio idrico (1.2.2) spiegando
la strumentazione e le modalità di monitoraggio (1.3\1.3.1). Di seguito nel secondo
capitolo spiego la tecnica da utilizzare per attuare un programma di calo peso efficace
e graduale pianificando una dieta standard (2.1) e un allenamento per resistenze e
contro resistenza creando il bilancio energetico negativo (BEN), tecnica efficace per
la modalità graduale di solito applicata prima della stagione, in particolare durante la
fase preparatoria alla competizione (2.2.1), in quanto non sempre viene raggiunto il
peso desiderabile prima del controllo del peso ufficiale (2.2.2) e di conseguenza si
applica un’altra modalità che richiede sacrifici da parte del pugile. In questo capitolo
ho voluto soffermarmi in modo particolare su un aspetto molto importante per il
pugile e per gli operatori sportivi: il pasto pre-gara (2.2.3) in quanto può
compromettere l’esito dell’incontro.
Il pugilato non è uno sport solo maschile, sono tante le donne che lo praticano,
dimostrando negli anni al mondo sportivo competenza ed impegno nonostante le
differenze fisiche e biologiche esistenti tra uomo e donne. Riuscendo a guadagnarsi
una posizione di rilievo e superando stereotipi tipici di una sfera sportiva prettamente
Infine con l’ultimo capitolo ho rielaborato e sintetizzato le procedure riguardanti il
calo peso, con l’obiettivo di fornire delle linee guida utili a chi pratica o a chi voglia
intraprendere questo sport in modo da programmare una perdita di peso consapevole
CONCLUSIONI
La mia passione per il pugilato mi ha portato ad intraprendere questo tipo di
ricerca decidendo di affrontare un problema: il calo peso che per anni e tuttora
è sottovalutato da pugili ed operatori sportivi in quanto l’inconsapevolezza, la
confusione, la mancanza di conoscenze in merito da parte di allenatori e
tecnici sportivi ha causato spesso gravi squilibri fisiologici e l’insorgenza di
patologie come ad esempio l’anoressia atletica. Infatti pianificare una perdita di peso
adeguata significa tutelare la salute dell’atleta. Bisogna fornire informazione sugli
effetti negativi delle modalità rapide che prevedono l’uso di diuretici, disidratazione
volontaria, lassativi ed enfatizzare la tecnica BEN attuando una dieta sana ed
equilibrata e un allenamento intenso senza condurre l’atleta in uno stato di
A mio avviso è importante adottare nuove regole che prevedano maggiori controlli
riguardanti lo stato di idratazione ed alimentare, standardizzare le procedure e fornire
un manuale pratico ed efficiente agli allenatori in modo da consultare
periodicamente. Quindi allenatori, pugili, medici dello sport e dietologi devono
collaborare per raccogliere costantemente dati sulla composizione corporea, sullo
stato di idratazione, sulla necessità calorica, sulla crescita e maturazione del pugile in
modo da intervenire adeguatamente e costantemente prevenendo qualsiasi squilibrio.
La celebre frase del filosofo tedesco Feuerbarch “l’uomo è ciò che mangia” non è del
tutto vera in ambito sportivo, in quanto sono tanti i fattori che incidono sulla
composizione corporea di un atleta però è anche vero che gli alimenti incidono tanto
sulle funzioni fisiologiche e in misura più o meno elevata sulla percentuale di massa
grassa e massa magra dell’atleta.
Il problema del calo peso non è un problema solo per il pugile ma anche per le
donne pugili in quanto tirare di boxe non è solo un’attività maschile. Infatti fin dal
1700 le donne del ring hanno dimostrato con impegno, determinazione e costanza di
essere dei pugili, regalando grandi spettacoli, sfidando anche le leggi della natura,
infatti nonostante differenze biologiche tra uomo e donna, alcune di esse riescono ad
ottenere un margine di miglioramento superiore all’uomo.
La perdita di peso soprattutto nelle donne può causare gravi patologie, quali
l’anoressia, l’amenorrea e l’osteoporosi, ovvero la cosiddetta triade dell’atleta. Di
conseguenza solo il continuo monitoraggio può aiutare a riconoscere i sintomi
premonitori e la gravità del disturbo alimentare pertanto al primo sospetto la famiglia,
gli allenatori e i medici sportivi devono collaborare ed intraprendere una linea
comune e più responsabile affidando l’atleta ad un esperto che abbia una
preparazione specifica per affrontare i disordini alimentari.
Concludo dicendo che attività preventive come ad esempio la distribuzione di
materiale nelle palestre, riguardanti le patologie alimentari possono aiutare a ridurre il
numero di donne affette da anoressia e bulimia. Inoltre deve essere introdotta nello
staff sportivo la figura del medico specializzato in disordini alimentare per
salvaguardare con più prudenza l’integrità fisica e psichica dell’atleta in generale.
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